Recentemente ho avuto la fortuna di leggere un libro "L'altra Africa: tra dono e mercato" di Latouche. Ci tengo a precisare che è un testo universitario, dunque molti potrebbero trovarlo pesante ma, devo ammettere che mi ha dato veramente tanto.
La parte a mio avviso più interessante è quella inerente al concetto di povertà.
Ebbene l'Africa è povera. Il suo fallimento è economico e politico e tutto ciò è innegabile in quanto scritto nelle cifre. La produzione agricola è nettamente debole e per giunta è colpita da continue catastrofi naturali.
Quanto alle ricchezze del sottosuolo, a quello ci pensano ormai da anni le multinazionali occidentali.
L'Occidente invia truppe di occupazione denominate di "protezione"...il resto è storia.
In un continente come questo dove la maggior parte della popolazione sopravvive al proprio destino, la "povertà non esiste".
In Occidente è ormai di moda usare il Pil procapite come indice di benessere di una popolazione, ma la povertà africana non ha nulla a che vedere con il concetto di povertà a cui siamo abituati qui in Occidente.
Nelle lingue dell'Africa nera, la parola "povero" non esiste.
Queste popolazioni vivono di un "oikonomia vernacolare" ovvero di pratiche di sopravvivenza conviviale.
Si parte dal presupposto che da una popolazione senza reddito non ci si possa aspettare di raggiungere la ricchezza, viene dunque considerato già un bel traguardo riuscire a badare al proprio sostentamento ed a quello delle altrui persone.
Tutto ciò genera la pratica del dono. Si dona per vari motivi: timore, interesse, amore, pietà etc.
Il dono presuppone sempre una reciprocità ed una contropartita. Si dona e si riceve sempre, entrando in un circolo virtuoso, dando dimostrazione della "solidarietà africana" che non ha equivalente altrove.
Infine ad essere realmente "povero" è colui il quale viene indicato dagli altri come "orfano" in quanto, non potendo contare sui genitori e sulla fitta rete di relazioni da loro instaurate, deve fare eclusivamente affidamento sulle sue forze per sopravvivere.
La povertà è in Africa un concetto rientrante nella sfera del sociologico e non dell'economico.
Far parte di qualcosa, di un guppo sociale esteso agli amici ed al vicinato, per non sentirsi soli e poter sopravvivere nonostante tutto.
Conludo con una frase riportata nel testo che spero ci sia di lezione: "invece di esportare il nostro immaginario materialistico ed economicistico, doveremo cominciare con il decolonizzarlo..."
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